Non abbiamo mai avuto molta passione per i diritti.
Leggendo l’art.2 della Costituzione, che parla di diritti inviolabili, siamo sempre rimasti maggiormente colpiti dai giustapposti Doveri inderogabili di solidarietà, declinati in ottica politica, economica e sociale.
L’uccisione di due ragazzi adolescenti nel padovano ed il successivo suicidio del loro padre killer – approfittando del fatto che dormivano da lui, da anni divorziato dalla moglie e mamma – ha tuttavia riacceso in noi la scintilla dei “diritti” e, in particolare, del diritto alla vita.
E’, assieme alla salute, il diritto più importante: senza vita – almeno in questo mondo – non ha senso neppure la Costituzione, neppure le norme ed i principi fondamentali che essa reca.
Eppure, nella Costituzione il diritto alla vita – nel caso di specie, peraltro in capo a soggetti minori, “fragili” per definizione – sembra rimanere sullo sfondo, “implicito”, nel novero dei tanti diritti inviolabili “dell’uomo” che la Repubblica riconosce e garantisce appunto all’art.2, sia come singoli, sia “nelle formazioni sociali ove si svolge la … personalità”, prima fra tutte la Famiglia (art.29 Cost.), quand’anche di fatto – come qui appunto – gravemente compromessa.
Ma è solo apparenza.
Tra le tante “novelle” apportate al Titolo V della Carta nel 2001 – alcune delle quali certamente “discutibili”, come nel caso del noto riparto di competenze tra Stato e Regioni i cui effetti, nella presente congiuntura pandemica, sono sotto gli occhi di tutti – ve ne è una decisamente di rilievo.
Si tratta della modifica dell’art.117 comma 1, alla cui stregua la potestà legislativa è esercitata dallo Stato – e dalle Regioni per l’appunto – nel rispetto, oltre che della Costituzione, dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e “dagli obblighi internazionali”.
Tra gli obblighi internazionali da rispettare, rileva in particolare la c.d. CEDU, “Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali”, firmata proprio a Roma nel 1950, ratificata in Italia nel 1955 ed il cui art.2 esordisce affermando solennemente che “il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge”.
Come spesso accade, basta dunque solo andare un po’ più a fondo rispetto alle apparenze…
Poche Regole chiare, ci salveranno tutti!