Per chi “mastica” Diritto, la legittima difesa è un arnese molto più complesso di quello che sembra a prima vista.
Sono immagini shock quelle restituite da un video della sparatoria di Gallo Grinzane a tre settimane dalla rapina finita nel sangue. Una dinamica ben diversa da quella raccontata il 28 aprile, che rischia di inguaiare ancor di più l’orefice Mario Roggero. Tanto che l’accusa per lui potrebbe aggravarsi e diventare duplice omicidio volontario.
«Ho dovuto scegliere tra la mia vita e la loro» aveva subito detto per spiegare perché avesse sparato ai tre rapinatori, uccidendone due e ferendo il terzo a una gamba. Ma il video mostra tutt’altro. Non solo ha sparato all’esterno della sua gioielleria, ma i tre banditi erano già in fuga e sull’auto. Nei confronti di uno di loro, a terra colpito alla schiena, si è accanito con calci sferrati nella parte superiore del corpo. Ecco perché vacilla quella legittima difesa che sinora l’ha accompagnato e che gli aveva fatto avere anche comprensione.
«Alla conclusione degli accertamenti, ricostruito il fatto in maniera completa, provvederemo alla conforme qualificazione giuridica e alle conseguenti determinazioni » ha spiegato il procuratore capo di Asti Alberto Perduca aprendo così lo spiraglio di un’accusa peggiore. «La ricostruzione del fatto non è ancora completa, stiamo facendo ulteriori riscontri dentro la gioielleria » è la replica dell’avvocato dell’orefice, Stefano Campanello.
Sono immagini che nessuno si aspettava di vedere quelle mostrate nel sopralluogo effettuato giovedì a Gallo, piccola frazione sulla strada che collega Alba e Barolo, tra le colline delle Langhe. Gli investigatori hanno ritenuto di poterle mostrare agli avvocati e ai loro consulenti, impegnati con i carabinieri nel ricostruire la dinamica insieme all’esperto di balistica Stefano Conti, incaricato dal pm Davide Greco di chiarire da dove fossero partiti i quattro colpi sparati dal gioielliere. Dentro al negozio due rapinatori avevano malmenato e minacciato, con una pistola finta, la moglie e la figlia per farsi aprire la cassaforte. Il sospetto che Roggero, 66 anni e una brutta rapina subita in passato, avesse sparato fuori, ai rapinatori già in fuga, è diventato certezza. Ma la vera sorpresa è stata la reazione avuta nei confronti di chi era già inoffensivo e steso a terra.
Non erano stati accorti Andrea Spinelli, Giuseppe Mazzarino e Alessandro Modica nel preparare il colpo. Avevano scelto una Fiesta bianca solo a due porte, che non rendeva agevole salire. E l’avevano pure parcheggiata di “testa”, così da dover fare manovra per fuggire. Ma al momento della sparatoria, erano a bordo. Sono scesi quando sono stati raggiunti dal primo colpo che ha mandato in frantumi un vetro. Ma Roggero ha sparato ancora. Ha colpito al petto Mazzarino, crollato vicino all’auto. Poi Modica, alla gamba (arrestato in ospedale). Spinelli è stato invece colpito alla schiena, ed è caduto in strada, dove il gioielliere gli ha sferrato calci. È riuscito a rialzarsi e ha avuto una colluttazione, cercando di strappargli la pistola, fino a crollare esanime vicino alle strisce pedonali.
«Apprezziamo le considerazioni della procura che sono in linea con quanto emerso dai nostri consulenti» commenta subito l’avvocato Marino Careglio che assiste i familiari di Andrea Spinelli.
(Fonte: Repubblica, 22 maggio 2021)