La Natura si “rivolta” in vari modi, anche del tutto inattesi.
Rispettarla – che era il primo “Must” ante pandemia – resta tale anche nel post (quando ci arriveremo)….
La corsa veloce dell’animale, il salto in alto, l’impatto tremendo. Una tragedia senza senso, una vita che rischia di essere stata distrutta in un attimo. Lotta in condizioni gravissime all’ospedale Maggiore di Bologna una 48enne di Sassuolo, nel modenese, che s’è vista trafiggere parabrezza e volto da un capriolo venutole incontro sull’autostrada A14, mentre viaggiava in direzione nord. L’animale selvatico ha sfondato il vetro davanti e ha finito senza vita la sua corsa nel bagagliaio della macchina, poi urtata in modo lieve da un altro mezzo. La sorella della donna alla guida, una 52enne seduta accanto, quasi illesa ha avuto bisogno del trasporto in codice 2 perché in stato di choc.
L’incidente ieri mattina poco dopo le 8 all’altezza di Zola Predosa, traffico paralizzato per ore. Non è il primo episodio ai piedi delle colline intorno a Bologna, da dove gli animali prendono sempre di più la via dei centri abitati. Mille all’anno gli incidenti in regione provocati dalla fauna selvatica, l’87% dai caprioli. Coldiretti Emilia Romagna denuncia «l’escalation dei danni, delle aggressioni e degli incidenti» come «il risultato della incontrollata proliferazione degli animali selvatici. Fra il 2012 e il 2018 oltre 5000 incidenti». A settembre scorso l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, aveva scritto al ministro dell’Ambiente Sergio Costa, preoccupato per la sempre maggiore presenza di lupi e cinghiali, chiedendo un piano nazionale.
Gli avvistamenti cittadini si sono moltiplicati nel periodo pandemico. Ma secondo Piero Genovesi, presidente di Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che collabora con le Regioni alla pianificazione dei censimenti e alle verifiche dei piani di abbattimento, la pandemia non c’entra. «È stato un fatto temporaneo, quando è aumentato di nuovo il traffico gli animali si sono riadattati. In questo caso è possibile che il capriolo abbia avvertito un elemento di disturbo». Oltre mezzo milione gli esemplari in Italia. «Viene abbattuto il 20% della popolazione, ma non è lo strumento che può ridurre il rischio di incidenti. Serve prevenzione. In autostrada significa adottare recinzioni adeguate a un esemplare in grado di saltare oltre il metro e ottanta».
(Fonte: Corriere della Sera)