Bisogna essere superficiali per credere che la Mamma, che abbiamo appena festeggiato e che per vero festeggiamo ogni giorno, non sia nella nostra Costituzione.
E’ sufficiente citare anche questa settimana – e lo rifacciamo con grande soddisfazione – l’art.31 della Carta, alla cui stregua se da un lato la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose (comma 1), dall’altro essa protegge la maternità (oltre all’infanzia e la gioventù), favorendo gli istituti necessari a tale scopo.
La Mamma è dunque protetta dalla Costituzione, sia dentro che fuori dalla “famiglia” intesa come società naturale fondata sul matrimonio, siccome prevista al precedente art.29; basti pensare allo stesso primo comma dell’art.30, onde costituisce dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio, dettando la legge le norme e i limiti per la ricerca della paternità (comma 4).
Ecco allora che il Papà e la Mamma hanno dei doveri e dei diritti nei confronti dei figli, nati tanto dentro che fuori dal matrimonio: e mentre per il Papà è la legge a dover dettare se e come è possibile, nei casi dubbi, identificarlo come tale, per la Mamma – che, come noto, semper certa est – è prevista una protezione tutta speciale.
Lo dimostra anche il successivo art.37, secondo il cui incipit la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore, le condizioni di lavoro di una donna dovendo consentire l’adempimento della sua “essenziale funzione familiare” e dovendo ad un tempo assicurare, non a caso, alla “madre” e al bambino una speciale adeguata protezione.
Auguri, Mamma Costituzione…
Poche Regole chiare, ci salveranno tutti!