Verrebbe da dire che le laboriose “api” sono sempre “utili”….
Se è ancora in vita la signora Anna, 86 anni, di Santa Severina, in provincia di Crotone, lo deve alla motoape del marito. Per raggiungere l’ambulanza, che si era dovuta fermare a un chilometro dalla sua casa, l’anziana in crisi respiratoria e cardiaca è stata sistemata su una barella nel cassone del piccolo mezzo. Le caratteristiche viuzze strette e ripide del borgo, adagiato su una rupe, non hanno consentito, infatti, al mezzo di soccorso di arrivare all’abitazione della donna.
Lo stratagemma, con tanto di foto, ha fatto il giro del web, innescando polemiche sul fatto che in Calabria i malati arrivano in ospedale a bordo di una motoape. Sui social si è gridato a un nuovo caso di malasanità. C’è chi ha postato la foto dell’anziana sul mezzo del marito, localizzando la vicenda a Reggio Calabria e ironizzando sulla mancanza di ambulanze del Grande ospedale metropolitano della città dello Stretto e quindi sulla necessità di ricorrere a mezzi di fortuna. La storia, però, è diversa. Non solo perché Reggio Calabria non c’entra e tutto si svolge a Santa Severina, ma anche perché ha dimostrato come la sensibilità e l’intuito dell’équipe del 118 di Crotone abbiano salvato la vita ad un’anziana utilizzando, in quel momento, l’unico mezzo disponibile per il trasporto del malato. Così come è avvenuto ieri a Stromboli, dove un anziano colto da malore ha dovuto raggiungere l’elisoccorso anche lui a bordo di una motoape: l’ambulanza (adattata alle strette vie dell’isola) in questi giorni infatti è a Milazzo per la revisione.
La signora Anna giovedì scorso si è sentita male e il marito ha chiamato il 118 di Crotone. L’équipe medica guidata dal dottor Flamirio Bevilacqua si è mobilitata e, ipotizzando che la signora potesse aver contratto il Covid, è arrivata sul posto bardata con le tute antivirus. Il tampone fatto successivamente ha escluso la positività della donna. I medici, però, si sono trovati di fronte alla difficoltà di come raggiungere l’abitazione dell’anziana. Non potendo arrivarci con l’ambulanza hanno percorso a piedi il chilometro di distanza dalla casa, portandosi dietro la lettiga. Le condizioni dell’anziana sono apparse subito gravi. Per i medici era necessario il ricovero d’urgenza in ospedale. Bisognava capire come trasportare la signora sino all’ambulanza. L’idea è venuta al dottor Bevilacqua, vedendo la motoape del marito della signora posteggiata sotto casa. All’autista Vincenzo Piscitelli e all’infermiere Antonio Aiello il compito di prendere le misure per capire se la lettiga potesse entrare dentro il cassone, evitando il rischio che la barella scivolasse percorrendo le stradine ripide. Una volta esclusa l’eventualità, i medici hanno iniziato a trattare la donna con l’ossigeno e l’hanno sistemata sulla motoape dove hanno preso posto anche il medico e l’infermiere. Il chilometro percorso a bordo della motoape è stato coperto in brevissimo tempo, consentendo così di evitare i possibili rischi che le difficoltà del trasporto a piedi avrebbero potuto procurare.
La signora Anna, dopo le cure dei sanitari all’ospedale di Crotone, si è ripresa e sta bene.
(fonte: Corriere della Sera)