Giulio Bacosi

La Democrazia e la Ferrari

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Ero piccolino quando iniziai a seguire la Formula 1.

E, naturalmente, la “Rossa” e il suo cavallino rampante.

La Domenica pomeriggio ruotavo lentamente la testa da una parte e dall’altra assecondando le curve, e allungando poi il mento in rettilineo.

Salti ovunque con i sorpassi di Villeneuve o di Pironi: gioia immensa per il mondiale vinto da Scheckter nel 1979.

E poi l’era Schumacher; le sue vittorie a ripetizione; quello strano destino in un “fuori pista” di pochi metri sulle nevi francesi, dopo migliaia di curve col piede impavidamente sull’acceleratore.

Siamo al 2020; alla debacle di Domenica a Monza.

Alcuni Miti, proprio perché tali, resistono: sanno sopravvivere a sé stessi.

Ma fino a quando?

La Democrazia, quella rappresentativa, ci pone la stessa drammatica domanda.

Fino a che punto essa resta reale, e oltre++ quale trasmuta in vuoto “marchio” che vive di rendita nel ricordo di un glorioso (ormai) “passato”?

Chiediamolo alla nostra Costituzione, e alle menti eccelse di chi la scrisse.

#CarismaeCompetenza
NuovoRisorgimentoItaliano

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