Mentre Dante è tutto intento a contemplare la bellezza degli intagli marmorei, Virgilio gli fa notare che si sta lentamente avvicinando una schiera di anime; sono i superbi, di cui non si riesce a distinguere il volto, curvi come sono sotto il peso di enormi macigni. Nel guardarli, il poeta rivolge un’apostrofe ai cristiani superbi, ammonendoli a considerare la vanità dell’orgoglio umano
O superbi cristian, miseri lassi,
che, de la vista de la mente infermi,
fidanza avete ne’ retrosi passi,
non v’accorgete voi che noi siam vermi
nati a formar l’angelica farfalla,
che vola a la giustizia sanza schermi?
(Purgatorio, Canto X, 121-126)